30 agosto 2015
Romanzo secondo
Dove sei,
anima mia
dolce
ed elettiva,
tu che crei
virtù
dai
vaneggiamenti miei decadenti?
Dov'è il tuo
stile
oscuro e
fascinoso
da brivido
ed ora da
dimenticare
tra le tenebre
del mondo
nostro senza
noi
e senza ciò
che
rendeva fantastico
il discorso
articolato
tra pallidi
amori perduti?
La luce nei
tuoi occhi
chiara in
risvolto tracotante
tutta da
veste arricciata
e stupita,
abbrividita
dalle parole
di fuoco
scese sul
tuo corpo,
l’unico
importante,
dimentico di
ogni realtà
e verità
trascendente,
solo ardente.
Mi manca il
tuo dondolio,
il cocktail
senza ghiaccio in estate.
Mentre fumo
la penna sguscia
e l'immagine
si forma intatta
sulla tua
pelle,
sei la mia
poesia e le stelle,
nell'ombra
respiro
e l'aria
trasuda di te,
della tua
follia,
del tuo
sguardo acceso,
del
nichilismo.
Pomigliano
nell'aurora,
occhi che
non so
decifrare
piccola e suadente,
gotico albore,
dopotutto resto
a guardare
i tuoi cirri
alla prima luce del mattino
tanto
impressi
nella mia
memoria,
le tue mani,
le tue mani
aggrondanti la luna
nel tempo
dall’umidio folle
di mille
prati agghindati dal vento
del tuo nome
superbo
il mio volto
ancora ad accarezzare
tra la
penombra
impresso
vivido nella mente
come se non
ci fosse altro
da ammirare
come se
disimparassi in un tempo
ogni
vagheggio
concreto
nel tuo
etereo essere
concreta
con la noia
a due palmi
e i dolci
fiori
della
stagione
delle tue
parole,
principessa
vocetta
inespressa
inaudita
e risonante
melodie
parlate in
sussurro
al risveglio
del mio sogno
desto,
non ci dormo
tenerella
tutta
stupenda!
|