8 ottobre 2015
Succubi alla profezia
Succubi alla
profezia
si partiva,
centomila
armate schierate,
marce e
petti impostati,
rami d'ulivo
e palme tra
le mani,
all'improvviso
il cataclisma planetario,
l'infinità
dei mondi
ridotta a
circolo delimitato
dall'invettiva,
dall'inventiva
femminea.
Nel tempio
di Delfi
la comunità
di Filadelfia lesse,
i copti
intralciati dalla Maddalena,
intimamente
riapparve Atlantide,
con
nocumento,
gli dei
torneranno,
sono tornati
o stanno
avanzando.
Nella Città
Eterna
fu un lampo
a scatenar la foga,
in un solo
istante
fu riacceso
il fuoco di Vesta,
due
metallare in un angolino
a fumare,
tre
scuotimenti emo
a
tagliuzzare i resti artificiali
del domani,
a
riaccordarli,
a incollarli
ad uso collage dadaista,
sembra che
sia sublimato
il punto
alternativo di vista.
Nella volta
celeste
diversi
segni luminosi ingannevoli,
nella
stratosfera i caccia americani
si accostano
e implodono
ad uso
cheeseburger,
bevanda e
patatine
ovviamente
comprese.
Infine lungo
il corso
si sviluppa
l'apocalisse,
tra le
caldarroste
e gli
artisti di strada,
spiazza
l'iceberg inflitto
a colpo
d'ascia
della
scienza spiritica
congiunta in
sezione aurea
alla
naturale.
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